Riviera Maya Messico con un bambino di un anno in 10 giorni: un viaggio nel viaggio in quella che è la nostra esperienza in Messico con un bambino di un anno.
Trovi tutte le informazioni sulle tappe precedenti ai link di seguito
Da Oaxaca, poi, siamo andati in volo fino a Cancun con una compagnia aerea locale (una low cost tipo Ryanair) trovata su Skyscanner.
Il momento piu’ complicato e’ stato quello prendere la macchina. L’avevamo riservata tramite il portale Discovercars ma la compagnia che ce l’aveva affittata era fuori dall’aeroporto e ci hanno messo parecchio per venirci a prendere. Una volta lì c’è stata tutta una negoziazione. Il seggiolino auto (incluso), non lo trovavano in magazzino. Ci hanno fatto pagare in più per non so che cosa. Ma non avevamo molta scelta perché era già sera, il nostro bambino di un anno, povero, era stravolto, quindi volevamo arrivare in hotel a Tulum il più presto possibile!
Il primo giorno è stato quindi di viaggio.
Secondo giorno
In generale, nella Riviera Maya, abbiamo evitato i resort. Non è il nostro modo di viaggiare, preferiamo mischiarci con la realtà del luogo. Abbiamo quindi alloggiato nella cittadina di Tulum, che puό essere un’ottima base per i primi giorni nella Riviera Maya.
La cittadina di Tulum non è bella da vedere, ma ha una sua vibe. Nel centro ci sono alberghi di vario tipo e per portafogli più o meno pieni, posti dove mangiare o bere, piccoli negozi di frutta e verdura, e farmacie. Per noi è stato fondamentale comprare la protezione contro gli insetti adatta a un bambino di un anno!
In pochi minuti di macchina si arriva al Sito Archeologico di Tulum che è un po’ una trappola per turisti! è complicato parcheggiare, ci sono persone che ti indicano di andare ad altri parcheggi… e semplicemente quella mattina c’era troppa gente, abbiamo rinunciato. Abbiamo pranzato in citta’ e fatto una nuotata in piscina. Negli alberghi ci sono spesso delle piccole piscine e coi bambini è semplicemente perfetto!
Siamo tornati nel sito archeologico al pomeriggio. C’erano delle persone che ci dicevano in continuazione “eata cerrado”, è chiuso. Non c’era per niente gente! Abbiamo comunque parcheggiato e abbiamo fatto il giro: magnifico.
Questo è l’unico sito archeologico nello stato di Quintana Roo, dove si trova la Riviera Maya, in cui le rovine affacciano sul mare. Abbiamo proseguito la passeggiata fino alla spiaggia, e il sargazo (alghe) copriva la riva.
Terzo giorno
Assolutamente da non perdere è la Riserva della Biosfera di Sian Ka’an. L’unico modo consigliabile per visitarla è con una escursione con delle guide locali. Ci sono parti su strade accidentate, poi si esce in barca o gommone per apprezzare a pieno la laguna. Di fronte alla laguna, si estende la seconda più grande barriera corallina al mondo dopo quella australiana.
Abbiamo provato a parlare con alcuni organizzatori, ma i bambini potevano partecipare dai 3 anni in su, quindi niente.
Poco male, per apprezzare comunque la bellezza della vegetazione a mangrovie frammista a rovine e gli scorci sul mare, abbiamo fatto una piccola escursione con Enea nel marsupio nella Zona archeologica di Muyil. Spettacolare! ci sembrava di essere in un videogioco.
Ci siamo fermati per pranzo in un locale lungo la strada, dove abbiamo mangiato un’ottima cochinita, una sorta di pulled pork nel taco!
Abbiamo poi provato ad avventurarci in un Cenote.
I cenotes
I cenotes sono grotte carsiche parzialmente o totalmente collassate, simili a piccoli laghi circolari o lagune con cascatelle ai margini. Quasi sempre sono sotterranei, ma a volte sono anche a cielo aperto. Abbiamo nuotato in entrambi! Basta leggere nelle sezioni più in basso.
Era la prima volta per noi e siamo entrati al Santuario del los cenotes, incuriositi da un cartello bordo strada. Una volta entrati, abbiamo camminato ma tutto sembrava deserto. Abbiamo letto che Pastore e la sua famiglia di solito accolgono i turisti, ma non c’erano quel giorno!
Luca, mio marito, ha provato a scendere in un cenote ma si è poi bloccato subito per i pipistrelli!
In genere, l’ingresso ai cenotes si paga (tra i 200 e i 250 MXN) e comprende anche torcia e boccaglio per nuotare nell’acqua delle grotte. E i giubbetti di salvataggio! Essenziali se si nuota con un bambino di un anno.
Quarto giorno
Siamo andati in macchina fino alla Riserva di Coba, a circa 40 minuti da Tulum. La riserva è grande, si può girare anche in bicicletta (in affitto all’ingresso). Non si può più salire in cima alla piramide principale ma non importa, a noi e’ piaciuto camminare in lungo e largo per il vasto sito che è come non molti altri, in mezzo alla foresta!
Poi ci ha preso una pioggia torrenziale! Ci siamo quindi dovuti cambiare da capo a piedi nei bagni del sito, situati all’ingresso.
Abbiamo proseguito fino alla cittadina di Valladolid. Situata nel centro della penisola dello Yucatán, ci è sembrata una buona base per visitare il sito maya di Chichén Itzá, a circa 70 km.
Un’opzione poteva essere anche proseguire verso la città di Mérida, capitale dello Stato federato dello Yucatán a 150 km, oppure fino all’estremo nord per visitare la Laguna de Las Coloradas, a 120 km, dove le acque del mare si tingono di rosa.
Noi abbiamo preferito concentrarci sui siti archeologici e sui cenotes.
Quinto giorno
Ci siamo presi del tempo per fare un giro giro a piedi a Valladolid. A parte la piazza centrale, molto pulita e curata, che affaccia sulla cattedrale e su negozietti tutto attorno, ci siamo spinti fino a un bel mercato un po’ periferico, e di sicuro poco turistico. Frutta e verdura, ma anche vestiti e tanto altro. La struttura sembra molto recente e brulica di gente del posto!
Abbiamo mangiato mango dagli ambulanti lungo la strada: squisito.
Quello che ci e’ piaciuto di Valladolid è la tranquillità. In confronto alla costa questa e’ un’oasi di pace. Abbiamo passato parecchio tempo nei giardini. Enea ha giocato coi bambini e le bambine e noi ci siamo rilassati un attimo.
A Valladolid si mangia anche molto bene, in generale.
Sesto giorno
Siamo partiti la mattina presto per arrivare a Chichen Itza, il più iconico dei siti Maya apparentemente. Una delusione colossale a un prezzo esagerato!
Ci sono pullman di croceristi che arrivano, ma secondo noi non è assolutamente il sito più bello. Era piuttosto un mercato a cielo aperto di artesanias. La piramide principale è praticamente ricostruita e niente, non ci tornerei. Una trappola per turisti.
Settimo giorno
Siamo andati al sito archeologico di Ek Balam a 30 km da Valladolid. Scoperto di recente, è un sito piccolissimo ma che vale una visita! Il nome significa Giaguaro Nero e qui si trova anche una delle ultime piramidi su cui è possibile salire. Enea voleva scalare gattonando tutti gli alti gradini!
Rientrando verso Valladolid ci siamo fermati al Cenote Chichikan. Era l’ora di pranzo e non c’era nessuno. L’acqua bellissima e una delle sponde della grotta collassata al centro faceva ombra e rendeva il tutto piacevole anche con un bambino di un anno. Abbiamo nuotato e ci siamo goduti gli splendidi colori.
Per nuotare con un bambino nei cenotes, è consigliabile un giubbino salvagente almeno per il genitore. A Enea piace molto l’acqua e quelli nei cenotes erano i suoi momenti preferiti!
Ci hanno poi detto che si poteva mangiare al ristorante sempre nell’area del cenote, ma il ristorante era un po’ creepy. Non ci servivano mai, c’erano delle piscine vuote… un’atmosfera di abbandono alquanto inquietante. E ce ne siamo andati.
Ottavo giorno
A Valladolid ho ricevuto l’offerta di lavoro in Belgio. Un anno fa vivevamo in Inghilterra e nel viaggio in Messico abbiamo dovuto fare una scelta “cambia vita” dato che avevo solo una settimana per accettare o rifiutare l’offerta! Zero pressione proprio…!
Nel nostro ottavo giorno nella Riviera Maya, ci siamo spostati da Valladolid a Playa del Carmen con tappa nel cenote più bello in cui abbiamo nuotato: una grotta perfettamente conservata, con stalattiti e stalagmiti, il Cenote Choj Ha
Siamo stati parecchio ed eravamo fortunatamente da soli, un paradiso sotterraneo! All’uscita abbiamo potuto acquistare delle noci di cocco fresche e il guardiano ce le ha aperte per poterne bere il latte. Un’esperienza curiosa per noi e per il nostro bambino!
La pace del Cenote era in completo contrasto col ritmo frenetico di Playa del Carmen: una discoteca a cielo aperto. Sia per la quantità di persone che per le luci e le musiche assordanti dai negozi sulla strada principale. Ci sono comunque alcuni negozi interessanti, ci sono piaciuti soprattutto quelli di magliette, e abbiamo comprato qualche ultimo regalino da portare a casa.
Nono giorno
L’ultimo giorno nella Riviera Maya ce lo siamo presi con calma. Siamo andati alla spiaggia libera Punta Esmeralda. Si puo’ parcheggiare prima della spiaggia, lungo la strada, ed e’ una spiaggia perfetta per i bambini.
C’è una parte alberata dove si possono stendere i teli e si sta all’ombra. E nella spiaggia si forma una sorta di risacca, prima dell’oceano. Una pozza d’acqua bassa e pulita dove i bambini giocano. Enea si è divertito tantissimo e abbiamo fatto amicizia con delle bambine che lo prendevano in braccio e lo facevano sguazzare, tra di loro, felici.
In generale, è bene portarsi acqua e viveri quando si va nelle spiagge libere.
Decimo giorno
Giorno della partenza. L’abbiamo preso con calma. Dopo una passeggiata e il pranzo, abbiamo messo le valigie in macchina in direzione aeroporto di Cancun.
Eravamo contenti del viaggio, anche se enormemente stanchi. Non so se più stanchi di quando eravamo partiti… ma il Messico è stato la nostra prima lunga avventura di viaggio col nostro bambino di un anno, e non la dimenticheremo!