Il viaggio in bus da Puebla, la seconda tappa del nostro viaggio dopo Città del Messico, e Oaxaca, dura tra le 5 e le 6 ore. Abbiamo sempre prenotato online con la compagnia ADO.
Nel bus abbiamo mangiato, giocato con delle marionette e dei pupazzetti per le dita, familiarizzato coi vicini di posto, e fatto una nanna in braccio a mamma.
I problemi sono arrivati una volta in città. Dopo il taxi che ci ha portato dalla stazione all’appartamento prenotato con Airbnb, ci siamo resi conto che l’appartamento era troppo sporco per i nostri standard.
Enea gattonava e dopo cinque minuti che girava per la casa era sudicio, i suoi pantaloni grigio chiaro sono diventati neri.
Devo dire che il servizio clienti Airbnb e anche la proprietaria di casa, che sentivamo via chat dato che era via, sono stati abbastanza comprensivi e supportivi. Ma il momento è stato stressante, sicuramente. Sono riuscita in breve tempo a prenotare eun altro appartamento, un po’ più fuori, da dove si poteva comunque facilmente raggiungere il centro a piedi. E il posti aveva un giardinetto interno in comune con padrone di casa e con altre stanze, quindi è stato facile fare amicizia con le persone e con una gattina dolcissima a cui Enea ha tirato più volte la coda, ma non si è lamentata.
Questo primo giorno, con il viaggio e l’inconveniente dell’appartamento, è finito presto.
Secondo giorno
Il secondo giorno abbiamo cominciato a esplorare Oaxaca per davvero.
La cattedrale, lo zocalo, la plaza de la danza con una bella vista, la Calle Macedonio Alcala dove scorgere un bel po’ di fighettume e l’acquedotto.
In serata mettendo a letto Enea è passata la processione davanti a casa, siamo usciti per seguirla ed Enea si è parecchio spaventato, poverino! Era la prima volta che assisteva a una processione cantata.
Abbiamo deciso di affittare una macchina per girare (per informazioni leggi il post introduttivo al nostro viaggio in Messico ). Il centro di Oaxaca non è molto grande, ma nei dintorni ci sono tante cose da fare. L’abbiamo prenotata sul posto senza troppi problemi e poi lasciata in aeroporto. Una volta arrivati a Oaxaca, ci siamo resi conto sul posto che poteva essere la cosa migliore per noi con un bambino di un anno.
Terzo giorno
Il terzo giorno abbiamo portato i nostri panni a lavare in una lavanderia non troppo distante da casa. Anche il proprietario dell’Airbnb si era offerto di lavare i panni, ma a un costo più alto. Quindi ne abbiamo provata una professionale. La consegna dei vestiti puliti può prendere due o tre giorni, quindi bisogna tenere conto dei tempi tecnici. Meglio portarli a lavare appena arrivati.
Prima di tutto, siamo andati a San Felipe del Agua a trovare un’amica, Diana Frid, un’artista di origine messicana che vive a Chicago e che avevo conosciuto l’anno precedente durante una residenza artistica in Spagna. Era lì per il suo anno sabbatico per lavorare al suo progetto coi tessitori locali. Oaxaca infatti è una regione dove si lavora tanto artigianalmente con i tessuti, oltre che con la produzione di Mezcal.
Anche noi ci siamo portati a casa dei capi di abbigliamento, una tovaglia di un blu incantevole, e abbiamo fatto qui vari regali, in particolare nel mercato vicino all’Albero del Tule.
Diana ci ha suggerito di andare alla Biblioteca infantil ed è stata una bellissima scoperta: è una biblioteca con spazi interni ed esterni, un’architettura particolarissima ed Enea ha fatto amicizia con due bambine messicane tra i libri, cosa potevamo volere di più?
Uscendo, ci siamo spostati verso l’iconico quartiere Jalatlaco. Risalente al XVIII secolo, ha strade lastricate fiancheggiate da case con facciate a tinte vivaci e negozi per turisti che vendono prodotti biologici e cioccolato. Trovi piccoli ristoranti che servono specialità della cucina oaxaqueña, ma ci sono anche banchetti di street food. Abbiamo provato una birra al mango: oscena. Non la consiglio. Oppure si, tanto per gustare cosa piace ai locali! Lo zucchero è sicuramente una componente importante della vita culinaria messicana, così come il piccante.
Quarto giorno
Il quarto giorno siamo partiti di buon mattino per arrivare a Hierve el agua, un sistema di cascate pietrificate a circa 70 km da Oaxaca. Ci si puo’ fare il bagno nelle pozze sulfuree! Ma consigliamo di andare presto la mattina, perché poi il sole diventa insopportabile.
Enea ha fatto qui per la prima volta qualche passetto da solo!
Rientrando verso Oaxaca ci siamo fermati al sito archeologico di Yagul, ma non ci è piaciuto molto. Forse con una guida locale l’avremmo apprezzato di più, ma in generale con un bambino di un anno, dopo l’esperienza di Puebla abbiamo evitato qualunque tipo di tour.
Siamo poi andati all’albero del Tule, maestoso, tra i più grandi alberi monumentali al mondo.
Abbiamo provato la nieve (gelato locale) e fatto un sacco di acquisti in tessuti nei negozi che affacciano sulla piazza.
Quinto giorno
Il quinto giorno a Oaxaca siamo andati in macchina al sito archeologico del Monte Alban, il centro socio politico ed economico della civiltà zapoteca, composto da centinaia di terrazze artificiali e una dozzina di raggruppamenti di costruzioni piramidali.
Questo è uno dei siti che vale sicuramente la pena di vedere, anche con un bambino di un anno. Col marsupio abbiamo passeggiato e scalato le piramidi.
Nel pomeriggio siamo tornati vicino al quartiere della biblioteca infantile, quando Enea si è addormentato, abbiamo fatto una degustazione in una mezcaleria. Ci sono tante opzioni per degustare Mezcal, ma farla in città è stata per noi la scelta migliore perché le mezcalerie dove si produce Mezcal sono fuori e rimetterci in macchina con tutta la fatica che questo comporta con un bambino di un anno, ci è sembrato futile.
Abbiamo apprezzato tantissimo quel momento di pace e tranquillità da coppia, mentre il pupo dormiva in fondo alla stanza nel passeggino, e ci siamo comprati qualche bottiglietta da riportare a casa.
Abbiamo finito la giornata con un giretto in centro, assaggiato el grillo (degli insetti che si sgranocchiano tipo aperitivo), visitato la chiesa di Santo Domingo (bellissima!), ritirato panni lavati e cenato a casa.
Ultimo giorno (viaggio a Cancun)
Il sesto giorno abbiamo fatto una colazione-pranzo in un posto buonissimo vicino casa, il Comedor familiar La Biche.
Ecco, durante il viaggio in Messico ho fatto anche due colloqui per un lavoro a Bruxelles e… li ho passati! Quindi ho ricevuto l’offerta e avevamo una settimana per decidere. Giusto un po’ di pressione. La vita accade quando stai facendo altro, no?
Siamo andati in macchina in aeroporto e l’abbiamo consegnata, poi abbiamo preso il volo per Cancun.